Siamo un piccolo allevamento amatoriale del cane da pastore tedesco basato a Montelupo Fiorentino (FI).
Non facciamo dell’attività di allevamento la nostra professione, né in via principale né in via secondaria, essendo la nostra solo una passione. Per noi l’allevamento non è un mezzo per fare un utile, neppure minimo, ma semplicemente per coltivare la nostra passione per il cane da pastore tedesco.
La passione di cui si parla e che ha dato vita a questo piccolo allevamento nasce all’età di 10 anni, nel 1978, spontaneamente, e cioè senza aver avuto in famiglia altri interessati ai pastori tedeschi se non il sottoscritto, quando acquistai per corrispondenza uno dei pochi libri sul pastore tedesco edito da De Vecchi, che imparai letteralmente a memoria e distrussi da quante volte lo sfogliavo al giorno per vedere tra l’altro le poche foto pubblicate sul libro.
La passione era così spontanea e non guidata da alcuno, e quindi unica in famiglia, che da quando cominciai ad appassionarmi al pastore tedesco fino a quando finalmente ne possedei uno, trascorsero almeno due anni di “lotte” durante le quali massacrai i miei genitori di richieste forse anche più che giornaliere (“Mi comprate un cucciolo? Mi comprate un cucciolo?”) fino a che “i massacrati” cedettero, e nella primavera del 1980 mi comprarono una femmina, “Tara di Casa Marchese” (docilissima, figlia di Iro della Siria, consanguinea 3-4 su un mostro sacro come Canto von der Wienerau e 4-3 su un altro mostro sacro quale Quanto von der Wienerau), che mi ha accompagnato come semplice compagna di giochi e di vita fino circa al 1990 quando è morta di vecchiaia. La vedete qui nella foto a sinistra.
Nel 1991, con un po’ più di autonomia (avevo già la patente e l’automobile anche se ero sempre “a carico” visto che ero studente universitario) ho acquistato con un po’ meno difficoltà, grazie ad un regalo della nonna che mi donò un milione di vecchie lire, il costo del cucciolo appunto, il mio secondo pastore tedesco, Odette dell’Isola dei Baroni (figlia di Cello Romerau: una vera forza della natura, qui nella foto a destra) e anche con lei abbiamo vissuto 10 anni fino all’anno 2.000, anno in cui ci ha lasciati.
A questo punto, avendo già lasciato l’Università (sono laureato in Economia e Commercio con 110 e Lode) e con mezzi economici personali (avevo un lavoro mio, finalmente, anzi una società, anzi due!) ho cominciato a studiare in maniera più approfondita il pastore tedesco, potendo comprare dei video, viaggiare per vedere raduni ecc. e dopo circa due anni di studio stavolta quindi un po’ più sistematico dell’imparare dai pochi libri esistenti sul mercato, ho deciso di cambiare genere (un maschio, non una femmina) e di andare ancor più lontano a prenderlo, e cioè da un mito vivente del Pastore Tedesco, Martin Göbl dell’allevamento “vom Wildsteiger Land” perchè nelle mie letture e studi Yasko e Wildsteiger Land erano i miei due miti.
All’inizio del 2003 acquisto quindi un cucciolo figlio di Yasko Farbenspiel (il cane che amavo e che amo tutt’oggi) per Natascha Wildsteiger Land (sorella dell’Auslese Nanda) ma la scelta, per uno che aveva intenzioni serie, si rivelò disastrosa perché l’allevamento si fa con le femmine, non con i maschi! 🙂
), tutt’ora in forma nonostante l’avanzata età (più di dodici anni) ho cominciato a conoscere il mondo del pastore tedesco “sportivo-agonistico” e da allora ho partecipato, presentando o no i miei cani, a tutte le Siegerschau (campionati del mondo di allevamento), campionati austriaci (con Gangster otteniamo anche ottimi risultati nel 2003) e maturavo via via la convinzione che questa fosse una passione che non volevo più lasciare allo stile “tengo un pastore tedesco, muore e ne ricompro un altro” come avevo fatto per i vent’anni precedenti.
Pur comunque non volendo far diventare questa passione la mia professione e nemmeno una fonte di reddito (per fortuna i mezzi di sostentamento venivano e vengono da altra fonte e cioè dalla mia professione e cioè dal Web), volevo comunque cominciare a fare cucciolate (anche se l’obiettivo era ed è sempre quello di farne mediamente una all’anno, e godermi tutti i miei pochi cani) e dopo le tre cucciolate canoniche senza nome di allevatore, prendo finalmente l’affisso ENCI nel 2007 che chiamo “vom Webachtal” perchè mi è sempre piaciuto il suffisso “bachtal” (Nöbachtal, Trienzbachtal ecc) e aggiungo il prefisso “Web” perché è grazie alla mia professione legata all’internet che posso dedicarmi a questa passione.
Non dimentichiamoci infatti che per un allevatore amatoriale seppur riconosciuto ENCI, l’allevamento rappresenta una PERDITA NETTA dal punto di vista economico, e che quindi ha sempre bisogno di una fonte di reddito sufficiente grazie alla quale poter girare l’Europa coi cani e investire in questa passione (come del resto fa qualunque passionista che abbia un interesse extralavorativo, sia esso il calcio, l’aeromodellismo, il golf o qualunque altra passione).
La mia passione, proprio perché non economicamente interessata, slegata totalmente dal desiderio di “vincere ai raduni” o “diventare ricco vendendo i cani” ma animata dal desiderio di divertirmi coi cani, creandone (allevandone) di belli, forti e sani e in generale rispondenti il più possibile allo standard del pastore tedesco che leggete su questo sito, mi ha permesso di raggiungere in relativamente poco tempo un po’ di risultati significativi che potete leggere su questo sito web.
Questo è motivo di soddisfazione perché significa che la mia idea di pastore tedesco “funziona” per l’obiettivo che mi sono dato, e cioè produrre veri pastori tedeschi: in salute, con carattere “da pastore tedesco” e che siano anatomicamente “da eccellente”.
Per chi volesse approfondire le mie idee, la mia attività in questo mondo è animata dal mio punto di vista sulla razza del cane da pastore tedesco che descrivo nella sezione “filosofia”, sempre su questo sito web.
Grazie per la lettura e per aver visitato www.webachtal.com
Stefano Galastri